CFP: Corpi, immagini, reti. Lo spazio digitale come spazio pubblico

Submission deadline: February 28, 2023

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Corpi, immagini, reti. Lo spazio digitale come spazio pubblico

Lessico di etica pubblica (XIV, n. 1, 2023)

A cura di Flora Geerts (Università di Torino), Andrea Osti (Università di Genova) & Francesco Pisano (Università di Firenze)

Il numero 1/2023 di Lessico di Etica pubblica vuole indagare le trasformazioni dello spazio pubblico e dei soggetti che lo abitano alla luce del suo intreccio con il cosiddetto “spazio digitale”. Anche limitandoci a una nozione ristretta di spazio pubblico come luogo collettivo dell’incontro, interazione, condivisione e negoziazione reciproca dell’identità tra più soggetti incarnati, fra corpi viventi e reciprocamente esposti, assistiamo già all’emergenza di problemi relativi al ruolo e alla funzione trasformativa delle tecnologie digitali rispetto a esso.

La pandemia di Covid-19 ha contribuito a rendere evidenti numerosi processi di ibridazione, attraverso tecnologie digitali, tra dimensione pubblica e privata. Tali processi hanno messo in crisi una distinzione fondamentale per la nostra cultura, quella tra spazio privato e spazio pubblico. Ad esempio, le interfacce digitali si propongono sempre più spesso come equivalenti funzionali di spazi fisici una volta esplicitamente dedicati ad attività determinate: l’aula, l’ufficio, la sala conferenze. In questa prospettiva, il cosiddetto “spazio digitale” diventa uno dei possibili campi della mediazione simbolica dell’ambito collettivo. L’immagine funziona come veicolo portante di tale mediazione: le rappresentazioni digitali con cui agiamo e interagiamo in questo tipo di spazio sembrano essere, anzitutto, tipi di immagine. Possiamo quindi pensare agli spazi digitali come a una rete di immagini - icone, oggetti virtuali, interfacce grafiche, fotografie digitali - che attraversa e colonizza una rete di corpi. All’inverso, è possibile pensare agli spazi pubblici come una rete di corpi innervata da una rete di immagini. Tale compenetrazione ristruttura in modo significativo le modalità con cui i soggetti si costituiscono e interagiscono all'interno dei nuovi ambienti digitalizzati, comportando nuove potenzialità e nuovi rischi. Questo nuovo scenario richiede analisi approfondite di ordine teoretico, antropologico, etico ed estetico.

Un primo ordine di problemi è implicato nella presunta spazialità del digitale. Se il digitale è uno spazio, il suo carattere iperbolico e la sua tendenza all’ibridazione con altri tipi di luoghi mettono a rischio e al contempo aprono nuove possibilità per l’identità dei soggetti che attraverso di esso si esprimono e operano. In che misura possiamo effettivamente parlare di uno spazio digitale? Si tratta di una metafora o di una descrizione? Come ridescrivere gli eventuali confini che dovrebbero circoscrivere questo eventuale spazio digitale e costituirlo come tale? Le azioni del soggetto digitale si connettono potenzialmente a un’infinità di nodi in perpetua espansione. Come pensare, quindi, i processi di negoziazione dell’identità degli individui e dei gruppi sociali coinvolti nelle interazioni che vengono a formarsi in un simile spazio? In che modo le nuove piazze digitali ristrutturano i rapporti tra privato e pubblico, individuale e collettivo?

Il problema dell’eventuale spazialità del digitale è strettamente connesso alla relazione che l’ambiente digitale intrattiene con i corpi fisici e, anzitutto, con i corpi viventi. In generale, siamo abituati a pensare all’interazione con i media digitali come a un processo essenzialmente disincarnato. Possiamo ancora ritenere che sia così, alla luce dell’intreccio sempre più pervasivo tra spazio digitale, spazio privato e spazio pubblico? Del resto, pensare invece il soggetto digitale come incarnato e vivente comporta nuovi problemi: se lo spazio digitale si configura come una rete che pluralizza costitutivamente i suoi soggetti attraverso le loro immagini, come pensare l’unità di un corpo vivente che si riverbera in una moltiplicazione ricorsiva delle sue rappresentazioni?

Da qui emergono poi domande che riguardano l’interazione fra più corpi viventi in uno spazio pubblico costituito attraverso mediazioni simboliche digitali. Le immagini digitali del corpo, inserite in processi algoritmici sempre più complessi, sono soggette sia a un utilizzo impersonale entro processi di deep-learning sia a una manomissione attiva e mirata: pensiamo ai deepfake. La digitalizzazione dello spazio pubblico ci consegna, in generale, nuove questioni etiche e politiche. Come possiamo formulare dei criteri decisionali per un uso etico delle rappresentazioni digitali? Quali sono gli atteggiamenti che dobbiamo assumere nei confronti di tali rappresentazioni, alla luce di questa nuova configurazione tra spazi, corpi e immagini digitali? Quali sono le nuove modalità con cui dobbiamo dubitare o accordare fiducia a queste immagini?

Tutti questi problemi presuppongono una decisione circa la presenza del corpo nello spazio pubblico digitalizzato, cioè circa la spazializzazione del digitale. Si ritorna, così, al punto iniziale, ma con la consapevolezza che la spazializzazione del digitale è, allo stesso tempo, una digitalizzazione dello spazio: cosa accade, ad esempio, alle stesse immagini digitali, una volta tradotte in rappresentazioni non-digitali – e viceversa?

A partire da tali questioni, il numero della rivista vorrebbe accogliere – in modo non esclusivo – contributi che approfondiscano i seguenti temi:

- Spazialità del digitale e digitalizzazione dello spazio pubblico.

- Identità, processi di soggettivazione e di formazione di comunità entro lo spazio pubblico digitalizzato.

- Funzione e statuto del corpo fisico e/o vivente e/o immaginato, in tutte le sue variazioni, nell’ambito digitale dello spazio pubblico.

- Affidabilità epistemica delle rappresentazioni digitali e implicazioni etiche della loro gestione in prospettiva sociale e pubblica.

I saggi dovranno pervenire entro il 28 febbraio 2023 ai seguenti indirizzi mail: [email protected] e [email protected]

Saranno accettati contributi in italiano, inglese e francese.

Per informazioni, è possibile scrivere ai curatori: [email protected], [email protected], [email protected]

English CFP: http://www.eticapubblica.it/call-for-paper/

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