CFP: Forma e interpretazione. Prospettive estetiche ed ermeneutiche
Submission deadline: April 7, 2024
Conference date(s):
June 4, 2024 - June 5, 2024
Conference Venue:
Department of Philosophy and Education Sciences, Università degli Studi di Torino
Torino,
Italy
Topic areas
Details
[English Below]
Centro Studi Filosofico-religiosi “Luigi Pareyson”
Seminario annuale - Edizione 2023/2024
Prospettive estetiche ed ermeneutiche
Università di Torino, 4-5 giugno 2024
Il problema della forma è al centro degli interessi della filosofia sin dalle sue origini. La nozione di forma si sviluppa a partire da una serie di contrapposizioni - forma e materia, forma e contenuto, forma e sostanza - e intreccia la sua storia con numerosi altri vocaboli fondamentali del lessico filosofico: la forma è a seconda dei casi «essenza», «schema», «categoria», «figura», e assume la funzione di ciò che unifica il molteplice, dello sfondo universale che costituisce il terreno comune per accomunare gli elementi particolari, ma anche della struttura permanente che sopravvive alle modificazioni della materia.
V'è una prima nozione di forma, e di formale, sviluppata in particolare da Kant, che indica la dimensione che precede ogni esperienza e ogni contenuto particolare, ed è quindi propriamente universale; è solo su questo terreno che può svolgersi la matematica, con la sua pretesa di validità universale. L’universale formale ha anche una struttura relazionale: esso nasce con una presa di distanza originaria dall’esperienza in generale, e si attua di volta in volta nelle prese di distanza concrete che realizziamo. Questa presa di distanza non annulla la concretezza: la sospende nella sua immediatezza, nella sua pressione vitale, e così le permette di trasporsi su questo nuovo piano in cui può coesistere con altri. Così l’universale formale sia nel suo originarsi che nel suo attuarsi resta in relazione con la concretezza. La riflessione su questa dimensione universale è resa particolarmente opportuna dalla condizione di pluralismo culturale che caratterizza il mondo di oggi.
Già nel pensiero antico il concetto di forma ha uno statuto molto complesso e variegato. La forma non è solo un'astrazione, ma è ciò che anima il vivente, ciò che vi è di più proprio al cuore di ogni cosa. La forma dell'oggetto è il suo destino, il suo fine, ciò che gli dà senso e che definisce le condizioni della sua possibilità, del suo nascere e del suo perire.
Tra il XVIII e il XIX secolo il pensiero moderno - in particolare tedesco - raccoglie con grande sensibilità questa ricchezza della nozione di forma, in quel momento cruciale che segna la nascita dell'estetica come noi la intendiamo ancora oggi, e dunque dell'idea moderna di arte, ma anche delle scienze naturali come la biologia, la botanica, la zoologia e l'antropologia. Il concetto di forma diventa la nozione che permette di tenere insieme natura e cultura, vita e tecnica, nascita e creazione.
In questo contesto la nozione di forma si fa plastica, dinamica: pensare il mondo significa pensare la vita delle forme, il loro mutare, svilupparsi, interagire nei meravigliosi quanto misteriosi processi della natura, come anche nelle idee degli artisti e degli artigiani. Le forme - naturali, artificiali, simboliche - hanno una storia: per questo esse vanno ricostruite, interpretate, mostrate nel contesto della loro genesi e del loro sviluppo. D'altra parte, l'interpretazione stessa si vincola alle forme su cui si applica: le forme strutturano i nostri modi di intendere, comprendere e agire, offrendosi come nello stesso tempo come condizione e posta in gioco dell'interpretazione. Mettendo in relazione forma e interpretazione, inoltre, quest'ultima si emancipa dal terreno linguistico e testuale alla quale in genere è ricondotta, aprendosi ad altri fondamentali ambiti della vita, quali la dimensione dell'immagine, della materia, della natura e della tecnica.
Il mondo contemporaneo è un dilagare di forme che si sovrappongono, si scontrano, entrano in relazione e si trasformano: in questo contesto così caotico, l'ermeneutica possiede gli strumenti per mostrare la pregnanza della dimensione formale, e produrre un'analisi critica che riguarda non solo i discorsi, ma anche gli oggetti, le pratiche, i saperi, le configurazioni simboliche della nostra epoca.
L’edizione 2023/2024 del seminario internazionale del Centro Studi Filosofico-religiosi “Luigi Pareyson” sarà dedicato dunque al rapporto tra forma e interpretazione. Al centro del dibattito, ovviamente, verrà posta la nozione di “formatività”, concetto centrale nel pensiero di Luigi Pareyson e dell’estetica del ‘900.
Modalità di partecipazione
Sono gradite proposte d’intervento relative ai seguenti temi (o altri correlati):
● Il problema della forma, in termini storici o teoretici.
● Il rapporto tra estetica ed ermeneutica.
● Il tema della formatività in Luigi Pareyson e nella tradizione a lui legata.
● Il rapporto tra estetica e filosofia pratica.
● Il problema della forma in relazione ai media e alle tecnologie contemporanee.
Per le/i candidate/i selezionate/i saranno coperte le spese di viaggio e di alloggio.
Le candidature devono essere inviate via mail all'indirizzo [email protected] entro il 7 aprile 2024. Nella mail devono essere inseriti in forma di allegato:
● Un CV accademico.
● Un abstract (max. 500 parole) comprensivo di titolo.
Sono accettati contributi in Italiano e in Inglese.
Centro Studi Filosofico-religiosi “Luigi Pareyson”
Annual Seminar - 2023/2024
Aesthetic and Hermeneutic Perspectives
University of Turin, 4-5 June 2024
The problem of form has been central to the interests of philosophy since its origins. The notion of form developed from a series of oppositions - form and matter, form and content, form and substance - and intertwined its history with numerous other fundamental words in the philosophical lexicon: form is, depending on the case, "essence", "scheme", "category", "figure", and assumes the function of that which unifies the multiple, of the universal background that constitutes the common ground for uniting particular elements, but also of the permanent structure that survives the modifications of matter.
There is a first notion of form, and of formal, developed in particular by Kant, which indicates the dimension that precedes all experience and all particular content, and is therefore properly universal; it is only in this domain that mathematics, with its claim to universal validity, can take place. The formal universal also has a relational structure: it is born with an original taking of distance from experience in general, and is realised from time to time in the concrete taking of distance that we realise. This taking of distance does not erase concreteness: it suspends it in its immediacy, in its vital pressure, and thus allows it to transpose itself onto this new plane in which it can coexist with others. Thus the formal universal both in its origin and in its realisation remains in relation to concreteness. Reflection on this universal dimension is made particularly opportune by the condition of cultural pluralism that characterises today's world.
Already in ancient thought, the concept of form has a complex and varied status. Form is not just an abstraction, but is what animates the living, what is at the very heart of everything. The form of the object is its destiny, its end, what gives it meaning and defines the conditions of its possibility, its birth and its perishing.
Between the 18th and 19th centuries, modern thought - particularly German - took up this richness of the notion of form with great sensitivity, at that crucial moment that marked the birth of aesthetics as we still understand it today, and thus of the modern idea of art, but also of the natural sciences such as biology, botany, zoology and anthropology. The notion of form becomes the notion that holds nature and culture, life and technology, birth and creation together.
In this context, the notion of form becomes plastic, dynamic: thinking the world means thinking the life of forms, their changing, developing, interacting in the marvellous and mysterious processes of nature, as well as in the ideas of artists and craftsmen. Forms - natural, artificial, symbolic - have a history: that is why they must be reconstructed, interpreted, shown in the context of their genesis and development. On the other hand, interpretation itself is bound to the forms on which it is applied: forms structure our ways of understanding, comprehending and acting, offering themselves as both the condition and the stake of interpretation. By linking form and interpretation, moreover, the latter emancipates itself from the linguistic and textual domain to which it is generally led, opening up to other fundamental spheres of life, such as the dimension of image, matter, nature and technology.
The contemporary world is a deluge of forms that overlap, collide, relate and transform: in this chaotic context, hermeneutics possesses the tools to show the poignancy of the formal dimension, and to produce a critical analysis that concerns not only discourses, but also the objects, practices, knowledge, and symbolic configurations of our era.
The 2023/2024 edition of the international seminar of the "Luigi Pareyson" Centre for Philosophical-Religious Studies will therefore be dedicated to the relationship between form and interpretation. At the centre of the debate, of course, will be the notion of "formativity", a central concept in the thought of Luigi Pareyson and 20th century aesthetics.
How to participate
We welcome proposals concerning the following themes (or other related ones):
● The problem of form, in historical or theoretical terms.
● The relationship between aesthetics and hermeneutics.
● The theme of formativity in Luigi Pareyson and in the tradition linked to him.
● The relationship between aesthetics and practical philosophy.
● The problem of form in relation to contemporary media and technologies.
Travel and accommodation expenses will be covered for the candidates.
Applications must be sent by email to [email protected] by April 7th 2024. The email must include as an attachment:
● An academic CV.
● An abstract (max. 500 words) including title.
Contributions in Italian and English are accepted.