Forma e interpretazione. Prospettive estetiche ed ermeneutiche

June 4, 2024 - June 5, 2024
Department of Philosophy and Education Sciences, Università degli Studi di Torino

Via Sant'Ottavio 20
Torino 10123
Italy

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  • Centro Studi Filosofico-Religiosi "Luigi Pareyson"

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Université de Fribourg
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Il problema della forma è al centro degli interessi della filosofia sin dalle sue origini. La nozione di forma si sviluppa a partire da una serie di contrapposizioni - forma e materia, forma e contenuto, forma e sostanza - e intreccia la sua storia con numerosi altri vocaboli fondamentali del lessico filosofico: la forma è a seconda dei casi «essenza», «schema», «categoria», «figura», e assume la funzione di ciò che unifica il molteplice, dello sfondo universale che costituisce il terreno comune per accomunare gli elementi particolari, ma anche della struttura permanente che sopravvive alle modificazioni della materia.

V'è una prima nozione di forma, e di formale, sviluppata in particolare da Kant, che indica la dimensione che precede ogni esperienza e ogni contenuto particolare, ed è quindi propriamente universale; è solo su questo terreno che può svolgersi la matematica, con la sua pretesa di validità universale. L’universale formale ha anche una struttura relazionale: esso nasce con una presa di distanza originaria dall’esperienza in generale, e si attua di volta in volta nelle prese di distanza concrete che realizziamo. Questa presa di distanza non annulla la concretezza: la sospende nella sua immediatezza, nella sua pressione vitale, e così le permette di trasporsi su questo nuovo piano in cui può coesistere con altri. Così l’universale formale sia nel suo originarsi che nel suo attuarsi resta in relazione con la concretezza. La riflessione su questa dimensione universale è resa particolarmente opportuna dalla condizione di pluralismo culturale che caratterizza il mondo di oggi.

Già nel pensiero antico il concetto di forma ha uno statuto molto complesso e variegato. La forma non è solo un'astrazione, ma è ciò che anima il vivente, ciò che vi è di più proprio al cuore di ogni cosa. La forma dell'oggetto è il suo destino, il suo fine, ciò che gli dà senso e che definisce le condizioni della sua possibilità, del suo nascere e del suo perire.

Tra il XVIII e il XIX secolo il pensiero moderno - in particolare tedesco - raccoglie con grande sensibilità questa ricchezza della nozione di forma, in quel momento cruciale che segna la nascita dell'estetica come noi la intendiamo ancora oggi, e dunque dell'idea moderna di arte, ma anche delle scienze naturali come la biologia, la botanica, la zoologia e l'antropologia. Il concetto di forma diventa la nozione che permette di tenere insieme natura e cultura, vita e tecnica, nascita e creazione.

In questo contesto la nozione di forma si fa plastica, dinamica: pensare il mondo significa pensare la vita delle forme, il loro mutare, svilupparsi, interagire nei meravigliosi quanto misteriosi processi della natura, come anche nelle idee degli artisti e degli artigiani. Le forme - naturali, artificiali, simboliche - hanno una storia: per questo esse vanno ricostruite, interpretate, mostrate nel contesto della loro genesi e del loro sviluppo. D'altra parte, l'interpretazione stessa si vincola alle forme su cui si applica: le forme strutturano i nostri modi di intendere, comprendere e agire, offrendosi come nello stesso tempo come condizione e posta in gioco dell'interpretazione. Mettendo in relazione forma e interpretazione, inoltre, quest'ultima si emancipa dal terreno linguistico e testuale alla quale in genere è ricondotta, aprendosi ad altri fondamentali ambiti della vita, quali la dimensione dell'immagine, della materia, della natura e della tecnica.

Il mondo contemporaneo è un dilagare di forme che si sovrappongono, si scontrano, entrano in relazione e si trasformano: in questo contesto così caotico, l'ermeneutica possiede gli strumenti per mostrare la pregnanza della dimensione formale, e produrre un'analisi critica che riguarda non solo i discorsi, ma anche gli oggetti, le pratiche, i saperi, le configurazioni simboliche della nostra epoca.

L’edizione 2023/2024 del seminario internazionale del Centro Studi Filosofico-religiosi “Luigi Pareyson” sarà dedicato dunque al rapporto tra forma e interpretazione. Al centro del dibattito, ovviamente, verrà posta la nozione di “formatività”, concetto centrale nel pensiero di Luigi Pareyson e dell’estetica del ‘900. 

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